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Maso Montibèlleri

Le sorgenti e i corsi d’acqua, numerosi a Roncegno, garantirono lo sviluppo di attività agricole, estrattive e manifatturiere.

La fontana rappresentava il punto centrale del maso, dove si andava a prendere l’acqua per l’uso domestico, si abbeveravano gli animali e venivano lavati i panni: ancora oggi ogni maso ha la sua fontana. Lungo il corso dei torrenti maggiori, Chiavòna e Larganza, sorsero alcune attività legate all’acqua. Sul torrente Chiavòna, che scorre ad ovest del maso in cui ci troviamo, erano presenti un mulino, che macinava principalmente mais e castagne (utilizzate poi per l’alimentazione animale) ed una sega veneziana presso maso Cràneri, oltre che la “fucina del Cròzzer”, al di sotto dell’attuale “Ponte dela Maria”.

La particolare conformazione geolitologica non ha soltanto permesso la grande disponibilità idrica, ma anche il formarsi di giacimenti minerari che furono sfruttati attraverso le miniere. Ad ovest di maso Montibèlleri, lungo il torrente Chiavòna, era localizzata la miniera della Pàmera, da cui si estraeva pirrotina con magnetite pirite e arseno pirite. La miniera, che venne chiusa nel ’43, diede lavoro a numerosi abitanti dei masi, che poterono quindi integrare il proprio reddito. I masi fornivano agli abitanti tutto il necessario per vivere, ma non era infrequente cercare modi alternativi per disporre di denaro: chi lavorava in miniera, chi prestava la propria manodopera nei lavori nel bosco, chi vendeva i frutti della raccolta dei funghi o dell’uccellagione ai negozi più a valle.

Tutto ciò poteva avvenire solo nella stagione fredda, quando il tempo non era dedicato al lavoro nei campi e nei prati, che costituiva la priorità. La svolta avvenne negli anni ’70, quando furono costruite le strade che salivano ai masi: questo rese più agevoli gli spostamenti in valle, e molti abitanti trovarono lavoro nelle nascenti piccole industrie. Anche questo fenomeno è in parte causa del progressivo spopolamento della montagna. Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito ad un ripopolamento e ristrutturazione di alcuni masi.

Il nome del maso in cui ci troviamo deriva probabilmente dal nome che era stato dato ai livellari dei signori di Montebello (attuale maso in cui si trovava l’omonimo castello), ovvero i Montibeller, che qui si stabilirino. Si assiste così ad un passaggio dall’italiano (Montebello), al tedesco (Montibeller), e poi di nuovo all’italiano (Montibèlleri).

 

Scheda informativa:

Maso-Montibelleri.pdf

 

Il circuito del Castagno si sviluppa per circa 11 km di lunghezza e 300 m di dislivello articolati in tre anelli.

 

maso montibelleri

 

 

 

Copertina Castagno
Sentieri

Il circuito del Castagno si sviluppa per circa 11 km di lunghezza e 300 m di dislivello articolati in tre anelli.

Copertina Cinque Valli
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Questo percorso descrive un anello con partenza ed arrivo in località Erterli a quota 1.442 m slm.

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La castanicoltura in Trentino ha una storia antichissima ed un’elevata importanza, rappresentando fino al secondo dopoguerra una importante fonte di sostentamento