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Maso Postai

La vita nei masi era certamente faticosa, ma non mancavano i momenti di festa: la prima era il carnevale. Il “capomaschere” era in capo alla comitiva di bambini, armato di un bastone decorato, e guidava i piccoli di maso in maso. Non mancava mai la musica e la gente che sempre ballava. L’ultimo giorno di febbraio veniva poi “’Ncontramarzo”: i bambini correvano per i prati scuotendo i campanacci delle vacche, in modo da fare un gran baccano e svegliare l’erba perché ricrescesse. Questo è infatti il momento in cui il fieno nelle stalle inizia a scarseggiare, per questo si cantava “erba su, che fen no ghe n’è pù!”.

Veniva poi il periodo del gran lavorare nei campi, e del transito del bestiame dalle quote più basse alle più elevate. Non v’erano ancora malghe, la gente portava gli animali nelle proprie baite, lavorando il latte da sé. A una quota intermedia tra i masi e le baite v’erano le “stalète”, piccole stalle in cui si facevano sostare gli animali per qualche settimana, in modo da poter sfruttare appieno la crescita dell’erba. In estate, al 15 di agosto, si festeggiava “la Madona” e in generale la fine dei lavori di fienagione.

In  questa occasione i Mocheni (la gente della Val dei Mocheni) veniva a festeggiare insieme ai ronzegnari: il passaggio di persone tra Roncegno e la valle del Fersina è attestato anche in epoca molto più antica, attraverso i passi della Portèla (vocale aperta) e della Bassa, che costituirono probabilmente vie di colonizzazione del versante sud del Lagorai.

Veniva poi l’autunno, con la raccolta dei prodotti come castagne e mais. In particolare, al mais è legata la tradizione dello “sfoiò”: alla sera le famiglie del maso si ritrovavano insieme per sfogliare le pannocchie. Variante dello sfoiò, è il “filò”: durante il periodo invernale, alla sera, la gente si ritrovava al caldo delle stalle: le donne filavano e nel contempo i giovani corteggiavano le amate, tanto che “far filò” significa anche corteggiare, se non proprio l’andare in casa, dai genitori, della fidanzata. Con l’avvicinarsi del Natale, i bambini rimanevano in trepidante attesa di San Nicolò e di Santa Lucia, i quali avrebbero lasciato qualche dono in cambio di un piattino con della farina per l’affaticato asinello. Il toponimo “Postai” deriva da Purgstaller, dal medio alto tedesco BURC-STALL “posto ove sorgeva un castello”. Purgstaller sarebbe quindi chi abita vicino ad un castello.

 

Scheda informativa:

Maso-Postai.pdf

 

Il circuito del Castagno si sviluppa per circa 11 km di lunghezza e 300 m di dislivello articolati in tre anelli.

 

maso postai

 

 

Copertina Castagno
Sentieri

Il circuito del Castagno si sviluppa per circa 11 km di lunghezza e 300 m di dislivello articolati in tre anelli.

Copertina Cinque Valli
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Questo percorso descrive un anello con partenza ed arrivo in località Erterli a quota 1.442 m slm.

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Sentieri

La castanicoltura in Trentino ha una storia antichissima ed un’elevata importanza, rappresentando fino al secondo dopoguerra una importante fonte di sostentamento