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Maso Roneri

La montagna di Roncegno è costellata da più di 40 masi, frutto dell’attività dei roncadori bavarotirolesi, che colonizzarono il versante a partire dal XII secolo, e dei minatori provenienti principalmente dall’Alto Adige, che arrivarono in ondate migratorie temporalmente sparse.

Il termine roncadòri deriva da roncàr, che significa “dissodare il terreno”: loro compito era infatti proprio quello di strappare terra al bosco per coltivarla. I toponimi “Roncegno” e “Ronchi” derivano da questi termini, e ci fanno capire l’origine del territorio e del paesaggio di cui oggi possiamo godere. Il toponimo “Ròneri” sembra derivare da “Roner”, dal medio alto tedesco RON(E) “tronco d’albero”. In Europa, durante il medioevo, le popolazioni colonizzarono aree fino ad allora disabitate: Roncegno rappresenta solo un esempio di una tendenza ben più ampia.

Il maso costituiva un’isola autosufficiente e per questo comprendeva, oltre agli edifici abitativi, una stalla, arativi resi pianeggianti con la costruzione di muretti a secco, pascoli e boschi. Possiamo immaginare il “mansus”, da cui deriva “maso”, come un’azienda agricola, abbastanza grande per garantire il sostentamento del concessionario e della sua famiglia, oltre che un surplus per pagare l’affitto. A seguito dell’epoca napoleonica in queste zone cadde il diritto dei primi figli maschi di ereditare l’intero maso. La proprietà venne così frammentata tra gli aventi diritto di eredità, e nel maso sorsero numerosi edifici che ospitavano famiglie tra loro imparentate. Questo portò alla formazione dei masi come li conosciamo oggi a Roncegno, ben diversi dal modello a edificio unico che invece si trova in Alto Adige.

Elemento che contraddistingue la montagna di Roncegno è la presenza costante dell’acqua: fino al secondo dopoguerra non esistevano acquedotti, e gli stabilimenti dipendevano dalla presenza di una sorgente. Il territorio di Roncegno, e più in generale quello valsuganotto, è caratterizzato da un’elevata differenza di quota tra il fondovalle e le aree montane, e le strade costruite dai roncadòri sono molto ripide: esse permettevano il passaggio dalla valle alla fascia dei masi sino ai pascoli di alta quota. Le strade più ripide, utilizzate per il trasporto su slitte o per scivolamento diretto del fieno o del legname, sono chiamate fòi o corèi (vocali chiuse).

 

Scheda informativa:

maso-roneri.pdf

 

Il circuito del Castagno si sviluppa per circa 11 km di lunghezza e 300 m di dislivello articolati in tre anelli.

 

maso roneri

Copertina Castagno
Sentieri

Il circuito del Castagno si sviluppa per circa 11 km di lunghezza e 300 m di dislivello articolati in tre anelli.

Copertina Cinque Valli
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Questo percorso descrive un anello con partenza ed arrivo in località Erterli a quota 1.442 m slm.

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Sentieri

La castanicoltura in Trentino ha una storia antichissima ed un’elevata importanza, rappresentando fino al secondo dopoguerra una importante fonte di sostentamento