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Tradizioni

Il castagno nella storia e nelle tradizioni locali

 

La castanicoltura in Trentino ha una storia antichissima ed un’elevata importanza, rappresentando fino al secondo dopoguerra un'importante fonte di sostentamento per la gente di montagna. Durante le lunghe carestie la castagna rappresentava la fonte primaria di cibo per esseri umani, bestiame ed anche animali selvatici.

Il frutto veniva consumato e non trasformato; parte della produzione veniva venduta o barattata con altri generi di prima necessità. Il legno era utilizzato per palerìa in viticoltura, legna da ardere, legname da opera e nell’arredo. Il fogliame veniva raccolto ed era oggetto di compravendita in quanto costituiva la lettiera per gli animali, mentre il tannino era impiegato per la concia delle pelli.

Con l’avvento dell’industrializzazione ed il conseguente esodo dalle campagne verso le città, la cura dei castagneti venne meno. I contadini rimasti nelle campagne intrapresero attività più remunerative come la frutticoltura specializzata, le abitudini alimentari cambiarono e si assistette all’abbattimento dei castagneti in favore di altre colture o di diversi usi del suolo. Inoltre, alla fine degli anni ’40 il “cancro della corteccia”, una grave malattia della pianta provocata da un fungo di origine orientale, ha invaso l’Europa portando ad una drastica riduzione delle aree castanìcole in Italia e quindi anche in Trentino, che hanno così subito un progressivo degrado. Da qualche decennio tuttavia, grazie all’attaccamento delle popolazioni al proprio territorio, è iniziato in provincia di Trento un processo di recupero e valorizzazione dei vecchi castagneti, accompagnato  alla nascita di associazioni di castanicoltori.

Attualmente la situazione è migliorata grazie anche all’intervento finanziario dell’Ente pubblico, la Provincia Autonoma di Trento. Sin dagli anni ’80, l’Assessorato all’agricoltura della Provincia, affiancato dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige e dall’Ente per lo sviluppo dell’Agricoltura Trentina, ha impostato un programma volto a stimolare le operazioni di risanamento dei castagneti da frutto, contribuendo nel frattempo alla tutela paesaggistica ed ambientale del territorio.

A livello locale, nel 1980 è nata l’Associazione Produttori Castagne Roncegno, che aderisce al Consorzio Tutela del Castagno del Trentino e che dedica alla castagna una festa, La Festa della Castagna appunto, di importante valenza economica per il territorio. La coltivazione del castagno rappresenta oggi un’interessante integrazione al reddito delle famiglie contadine che, a differenza di altre colture, necessita solo della cura della pianta e del sottobosco senza altri impegni onerosi.

Schede informative:

CASTAGNO-storia-e-tradizioni.pdf

CASTAGNO-associazione-produttori.pdf

 

Castagne e castagneti:

Il castagno europeo (castànea satìva) è una latifoglia di notevoli dimensioniche può superare anche i 30 metri di altezza, con una chioma espansa erotondeggiante

La castagna per molti secoli, almeno fino all’inizio della seconda metà del 900, è stata un alimento fondamentale per la gran parte della popolazione rurale.

Dalla seconda metà del Novecento la castanicoltura ha manifestato una notevole crisi determinata da molteplici fattori

A seguito della tempesta Vaia e dell’infestazione da bostrico tipografo è stato necessario intervenire con la rapida asportazione del legname per sottrarre il materiale legnoso

 

 

 

 

sentieri roncegno castagna
Sentieri

Il circuito del Castagno si sviluppa per circa  11 km di lunghezza e 300 m di dislivello articolati in tre anelli

sentieri roncegno castagna
Sentieri

Questo percorso descrive un anello con partenza ed arrivo in località Erterli a quota 1.442 m slm

castagna riccio
Sentieri

La castanicoltura in Trentino ha una storia antichissima ed un’elevata importanza, rappresentando fino al secondo dopoguerra una importante fonte di sostentamento